Momenti di scenografia


Il luogo della scenografia è dove si disegna la scena.


Mostra permanente tutti i giorni dalle 10 alle 18


Momenti di scenografia

L’uomo che guarda la scena della propria vita, momento per momento, la rapportata nel luogo della scenografia mentre si relaziona con altri esseri viventi.

Il senso scenografico

E’ un’attività complessa dell’essere umano. Il quale, in base a dei fenomeni che personalmente gli appartengono, percepisce e intuisce come concetto la scena del vivere diversamente dagli altri esseri viventi.

Il luogo della scenografia

Il concetto di luogo della scenografia è aperto e mutevole e i suoi termini sono in continua evoluzione

L’uomo che guarda

E’ soggetto al luogo della scenografia e a quanto l’umanità è capace di fare.

Alla figlia

Passero svelto che attraversi il mio cammino fermati dimmi che sei vero

quando i miei occhi ti vedono la tua luce ingenua sparge colori di vita

è troppo oscuro il mio sguardo vorrei che fosse calmo

aiutami passero a sganciarmi da questo buio pazzo
“.

Michele Moneta

“I momenti della scenografia.”

MOMENTI

               Il luogo della scenografia, il senso scenografico, l’uomo che guarda

      il luogo della scenografia appare dentro di noi, portato dalla necessità di guardare e ricevere sensazioni, sentimenti e idee dall’ambiente che ci circonda. E’ una illuminazione, un colloquio con se stessi e con gli altri, è un agire, momento per momento, in uno spazio mentale senza confini e di cui si è parte attiva. Nasce in pittura dall’idea del gesto pittorico: è evidente in Claude Monet, libero di passeggiare, e in Jean Fautrier, prigioniero in una stanza, entrambi hanno dipinto ciò che hanno visto e vissuto, il primo limpidi paesaggi e “ninfee”, il secondo materici frammenti di “ostaggi” e teste mozzate.

     L’uomo che guarda la scena della propria vita, momento per momento, la rapportata nel luogo della scenografia mentre si relaziona con altri esseri viventi, e se gli manca il confronto resta imbrigliato in posizioni sterili, non si evolve, non progredisce, non utilizza il senso scenografico. Non è forse con senso scenografico che l’uomo dà valore al paesaggio naturale e agli edifici? Non è ovvio che un campo di grano è ben diverso da un campo di guerra? E l’aula di un tribunale, dove viene male amministrata la giustizia, pur restando edificio architettonico, letteramente si trasforma in luogo kafkiano?.

   Il senso scenografico è un’attività complessa dell’essere umano. Il quale, in base a dei fenomeni che personalmente gli appartengono, percepisce e intuisce come concetto la scena del vivere diversamente dagli altri esseri viventi. La scena naturale è un’unità di spazio-tempo che l’uomo trasforma facendo uso di artifici.

     C’è un intimo legame tra ciò che l’uomo vede e la scena che gli appare nella testa, lui e  il luogo della scenografia sono un tutt’uno e senza questa unione si sente mentalmente perso. Il luogo che prende forma attraversoil senso scenografico connette l’intuito al ragionamento, infatti è sufficiente guardare il paesaggio campestre della tempesta dipinta da Giorgione per immaginare di ascoltare il silenzio prima del tuono oppure udire nell’anima il grido di Munch diffondersi nel fiordo dipinto. E’ il senso della scena a rimandare immagini  e suoni, in musica Mussorgsky dopo aver visto un’esposizione di quadri di Hartman compose la sinfonia “Quadri per una esposizione”, rappresentando il ritmo, il movimento, la sensazione psicologica di una passeggiata in luoghi dipinti. Per di più, la composizione musicale di Mussorgsky, dopo alcuni anni, venne da Kandinsky unita alla sua innovativa creazione pittorica, luogo della scenografia e prototipo di pittura multimediale.



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